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NEWS del 11/02/15


Il Jobs Act spinge sui contratti di solidarietà espansivi

Favorire e potenziare il ricorso ai contratti di solidarietà non solo “difensivi” (per scongiurare procedure di riduzione di personale) ma soprattutto “espansivi” (per favorire nuove assunzioni).

La novità arriva dal Jobs Act (Legge 10 dicembre 2014, n. 183) che delega il Governo ad adottare, entro 6 mesi, uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in tema di ammortizzatori sociali con particolare riferimento alla revisione dell’ambito di applicazione e delle regole di funzionamento dei contratti di solidarietà “espansivi” ex art. 2 del decreto-legge 30 ottobre 1984, n. 726, convertito, con modificazioni, dalla Legge 19 dicembre 1984, n. 863.

L’obiettivo di tale contratto, scarsamente utilizzato nel nostro ordinamento nonostante la sua trentennale esistenza, è quello di incrementare l'occupazione aziendale (favorire nuove assunzioni) mediante una contestuale e programmata riduzione stabile dell'orario di lavoro e della retribuzione dei lavoratori già in forza: “lavorare meno, lavorare tutti”.

L’attuale normativa prevede che per ogni lavoratore assunto sulla base dei predetti contratti collettivi aziendali di solidarietà “espansiva” e per ogni mensilità di retribuzione ad esso corrisposta l'azienda ha diritto ad un contributo, poco appetibile, pari al 15% per i primi 12 mesi, al 10% per i successivi 12 mesi e al 5% per ulteriori 12 mesi. Deve essere inoltre stipulato un contratto collettivo aziendale con i sindacati aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale che preveda, al fine di incrementare l'organico aziendale, programmandone le modalità di attuazione, una riduzione stabile dell'orario di lavoro, con riduzione della retribuzione, e un contestuale piano di assunzione di nuovo personale.

Il Jobs Act considera quindi tale strumento potenzialmente utile a creare nuova occupazione e pertanto mira a ridisegnarne l’ambito di applicazione e le regole per favorirne un maggiore ricorso.




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